In un giorno di sole di fine maggio, nello spiazzale antistante ad un plesso scolastico dell’infanzia, ci sono dei ragazzini che giocano a calcio sul campo da basket soprannominato “playground”.
Ad un certo punto vedono arrivare un uomo in camicia e cravatta che con discrezione osserva e fotografa il posto e poi si allontana.
Qualche minuto più tardi, arriva una donna dall’aria stanca ed affranta che compie il medesimo gesto della persona che era appena andata via.
A questo punto i ragazzi perplessi fermano la partita di calcio e si interrogano sulla presenza di questi due volti.
Dopo tanto confabulare, uno di loro esclama: secondo me quei due sono i procuratori calcistici del Napoli e dell’Inter. Ci sono venuti ad osservare perché vogliono farci fare un provino nelle rispettive squadre.
Tutti si convinsero di quella spiegazione e ripreso il gioco, da quel momento il marcatore che siglava il goal esclamava: ma chi è Maradona?!?!
Vista tutta la scena, un uomo si avvicina al campo, chiama i ragazzi a sè e spiega: cari ragazzi, non voglio deludervi, ma i due volti che avete visto poco fa, non sono procuratori calcistici ma due facce della stessa medaglia. Vi stavano fotografando per ampliare il proprio ego.
A loro non interessa che crescete in un’ambiente curato, disciplinato ed organizzato, a loro interessa solo mostrare e fotografare dei ragazzi che giocano in un luogo qualunque, poiché per la loro mentalità voi siete destinati ai non luoghi, al nulla.
I ragazzi capirono di essere stati strumentalizzati, ringraziarono l’uomo per la delucidazione e fecero ritorno a casa, sognando una struttura sportiva dove poter esprimere le proprie potenzialità in allegria e sicurezza.