Svarione difensivo

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Alla presentazione della squadra, c’è già qualcuno che senza nemmeno toccare il primo pallone della stagione, ha già provocato uno svarione difensivo (leggi anche Figliol prodigo), ovvero un errore grossolano, concedendo un vantaggio all’avversario.

L’allenatrice, alla prima della sua carriera e cercando di salvare il salvabile, ha perso il polso della situazione, avallando lo scivolone dell’inaffidabile calciatore, sporcandosi così il camice bianco e pestandosi i piedi con il tacco a spillo.

Dal canto loro, gli avversari, cinici e spregiudicati, capitanati dal loro allenatore, ma soprattutto diretti dall’Onorevole Regionale (leggi anche Ei fu panettone) eletta nelle file del centro-sinistra ma creatrice e candidata con la coalizione locale di destra, hanno sfruttato la ghiotta occasione puntualizzando la défaillance, attaccando a testa bassa ed evidenziando il candido colore delle loro divise;  uniforme, le loro, sbiadite da mescolanze di colori e capaci di far storcere il naso anche al genio di Picasso.

Orbene, giunti alle prime battute di questa preannunciata finale da disputarsi il 14 e 15 maggio, nulla è mutato, anzi si respira ancora l’aria avvelenata delle ultime due mezze legislature, prefigurando “una finta scelta vera unita ad un mancato cambiamento”.

Intanto, il capo-ultrà rammaricato per il provvedimento di “Daspo ”cerca in tutti modi di creare scompiglio, a vantaggio di chi, fino a qualche giorno fa, gli dedicava parole poco confortevoli.

Insomma, salvo colpi di scena, nulla di buono e nuovo si percepisce all’orizzonte, riesumando la frase di Natalia Ginzburg, una celebre scrittrice e Politica del novecento: “ci si abitua a tutto quando non rimane più niente”.

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