Continuiamo a crederci i padroni dell’universo, fregandocene delle mutazioni genetiche che le radiazioni nucleari producono al nostro corpo.
È di qualche giorno fa, la notizie che un gruppo di scienziati stanno studiando ed analizzando le mutazioni genetiche dei cani che vivono a ridosso della centrale nucleare di Chernobyl, teatro nel 1986, del disastro ambientale più grave della storia dell’umanità.
Ebbene, i ricercatori si chiedono come sia possibile che in condizioni proibitive, i fido siano sopravvissuti e riprodotti nel corso di questi 37 anni.
Attraverso prelievi di sangue ed il confronto con altri simili che vivono in zone via via più lontane dall’epicentro, stanno cercando di comprendere quali sono i geni mutati che hanno permesso la sopravvivenza.
Il vero problema è l’obbiettivo che si sono posti gli scienziati, ovvero, la speranza di trovare risposte per insegnare agli esseri umani come vivere anche negli ambienti più brutali, cancellando, con un colpo di spugna, i bambini nati malformati, donne ed uomini che nel giro di pochissimi mesi o anni sono deceduti a causa della radioattività del suolo, aria ed acqua.
Da questo quesito deriva la totale incoscienza dell’umanità che continua ostinatamente a far finta di non comprendere che l’ecosistema è talmente delicato e fragile, tanto da ignorare che un battito d’ali di una farfalla sia in grado di scatenare un’uragano dall’altra parte del pianeta.