C’è chi, al culmine di una discussione sbatte la porta e poi toma toma rientra rumorosamente dalla finestra, appoggiando, indirettamente ed incoerentemente, l’interlocutore della discussione.
C’è chi, nel nome del nuovo che avanza, effettua girandole varie, sbandierando a destra e a manca (non solo nel senso di locuzione direzionale) concetti politichesi.
C’è chi, nascondendosi dietro la bandiera della pace esibita in luoghi istituzionali e nella consapevolezza che nessuno dei suoi ormai ex compagni lo seguirà, gioca bluffando al tavolo politico.
Oppure chi, ha dovuto prendere atto che abbaiare non equivale a mordere, finendo per allinearsi alle direttive impartite.
C’è chi con coerenza, senso civico ed alta scuola politica ha dispensato pillole di sana politica, riscuotendo l’assenso di una platea di ascoltatori e dimostrando che gli slogan, i sotterfugi, i bluff e gli abbài nulla hanno a che vedere con la POLITICA.
Infine, c’è chi apprendendo gli insegnamenti, crede che la partecipazione attiva è l’unico modo possibile per contribuire a migliorare le sorti di un luogo e della sua mentalità, restando sempre coerente con i propri principi di lealtà e franchezza. (leggi anche Mentore e padrone)
Concludo, affermando che non avendo doti di veggenza ma solo di attento osservatore, scrivo questo articolo per il solo scopo di Memoria Futura.