Il consumo di droga è in continuo aumento. Si tende ad attribuire le cause di questo disagio alla problematica esistenziale dei ragazzi, mentre a mio avviso, bisognerebbe posare lo sguardo verso la mancanza culturale.
Partendo dal concetto generale di mancanza espresso da Jacques Lacan: “la mancanza come molla del desiderio”, il drogato racchiude in sé una o più carenze gravi tali da amplificare il desiderio di assunzione di droga per assuefarsi, cessando così il dolore fisico ed anestetizzare il male interiore. Quindi, c’è una sorta di razionalità da parte del tossico dipendente nello scegliere quale abuso di sostanza o farmaco assumere.
Infatti, il “piacere” dell’eroina è anestetico poiché spegne i recettori del dolore abbandonando il corpo in uno stato di trance emotivo. L’ecstasy inibisce le paure personali favorendo una più facile interazione con gli altri, giacché sospende i freni psicologici. La cocaina viene consumata per moda, o ancora peggio, per sostenere i ritmi infernali della società frenetica in cui viviamo.
A questo punto bisogno ricordare i danni irreversibili che queste sostanze provocano al corpo umano. Già la dipendenza, di per sé, costituisce una gabbia difficile da aprire, senza contare i danni irrecuperabile arrecati al sistema nervoso.
Dunque, se per tentare di ovviare al consumo di droghe, si introducesse il metodo educativo atto a colmare con la scuola, la famiglia e le istituzione, le mancanze culturali e sociali dei ragazzi arricchendo le loro vite di passione, svaghi e sano intrattenimento, riusciremmo a creare un circolo virtuoso tale da allontanare le nuove e vecchie generazioni da queste sabbie mobili che attanagliano la nostra società.