Da domenica mattina il mare che lambisce la costa Crotonese registra un’eccessiva salinità, impossibile da sopportare, difficile da deglutire.
Milioni di lacrime salate sono versate da chi scappa da abusi e soprusi, per sfidare l’ignoto e forse raggiungere, dopo giorni di tempesta e notti insonni, la tanto sperata “terra promessa”, luogo da cui spesso ripartire alla volta di altri cieli, per raggiungere i propri affetti e ricominciare un altro capitolo della propria esistenza.
Per chi approda, porterà dentro di sé per il resto dei propri giorni, il ricordo della morte che viaggiava sulle spalle, per chi cade sarà ricordato solo con una bara di legno seppellito chissà dove, solo, senza nemmeno un fiore che ricordi la sua umanità ma con tante lacrime salate versate dai propri cari.
Ed i bambini???
Anime innocenti con le magliette striminzite ed i pantaloncini alla zuava, costretti ad essere infelici dalla nascita, schiavi nella crescita e palloni galleggianti in un mare tanto tempestoso quanto tremendamente gelido, talmente freddo da restituire con nonchalance i corpi senz’anima sull’arenile di una sconosciuta spiaggia. (Leggi anche Tutt’egual song e creatur’
I finti messaggi di preghiera, gli artefatti messaggi twittati dai “potenti” non sono altro che benzina sul fuoco di un focolaio che, per varie ragioni ed interessi, non si vuole che si spenga.
Ho letto in un libro una frase: “siamo un’isola senza mare”, mi sono spesso interrogato quale sia il significato da attribuire a questa citazione.
Ecco, l’ho trovato in un corpicino esangue che giace con il volto riverso nella sabbia, nell’attimo esatto in cui ha chiuso definitivamente gli occhi e si è spenta l’ultima flebile speranza di una vita migliore.